Simone Bellucco Giardiniere

Vogliamo essere in sintonia con la Natura per questo ci piace parlare di CANTO DELLA TERRA.

IL CANTO infonde scambi capaci di propagarsi nell’animo e nella cultura umana come le radici, i rami, le foglie e i frutti dell’albero sul terreno circostante.
Perchè L’ALBERO così profondamente radicato nella TERRA, come la Betulla del nostro logo, rappresenta, fin dai tempi più antichi, il simbolo dell’espressione della vita e dell’equilibrio.
La Betulla, appartiene alla famiglia delle latifoglie, ha un effetto benefico sia sul terreno, per l’abbondante fogliame e il largo apparato radicale, che sulla biodiversità del territorio.

Ogni albero, cespuglio, siepe, prato sono la dimora segreta di mille creature appariscenti o sconosciute, sorprendenti o sfuggenti, in quella rete fittissima di rapporti che forma le fondamenta e la vitalità stessa dell’equilibrio ecologico.
Anche dopo la morte, i rami caduti, i tronchi in disfacimento, i ceppi marcescenti e le foglie appassite offrono asilo e nutrimento alla più varia, ricca e preziosa comunità vivente.

La Natura rinasce senza fine, rinnovandosi continuamente; sempre diversa, eppure sempre uguale a se stessa.

Il mio nome è SIMONE BELLUCCO, radicato come una pianta tenace alla terra, mi prendo cura assieme al mio staff, dal 2002, dell’essere verdeggiante e vigoroso di giardini, parchi pubblici, privati e storici.
Spazi dove si sprigionano colori inarrivabili, suoni indecifrabili e profumi sconosciuti in ogni ora del giorno e della notte e nelle varie stagioni.

Ho iniziato il mio percorso professionale fin dai tempi delle superiori conseguendo il DIPLOMA DI AGRARIA.
Successivamente lavorando per molto tempo in Cavalli Costruzioni, Azienda che mi ha permesso di mettere sul campo le mie competenze e di arricchirle, apprendendo la manutenzione di Parchi e Giardini anche di Strutture Sportive.

Sei in buone mani.

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“Dov’è il giardino dell’Eden?
Ah! Ovunque poggiamo i piedi su questa terra, là c’è il giardino dell’Eden.

La terra intera, sotto i binari della ferrovia e le grandi strade, sotto il manto consunto, sotto il pietrisco, sotto tutto ciò, è il giardino di Dio…ancora fresco come nel giardino della creazione.

<<E’ vero che in molti posti l’Eden è ricoperto e dimenticato. Ma può di nuovo essere ripristinato. Ovunque ci sia terra logorata, terra usata malamente o non usata, l’Eden sta ancora subito sotto.

Ma non con la sgorbia riporteremo la terra in vita, non con grandi palate riavremo l’Eden. No, no. Non importa quanto è grande il giardino…un cubito per un cubito, o grandi campi di cui non si vede la fine…se lo pianti con le tue mani, se intanto carezzi la terra e ne prendi piccole manciate. Sii garbato, sii parsimonioso.
Non tirar su immense palate per sbrigare più in fretta il lavoro. Quando versi il latte sulla farina, mica lo rovesci tutto in una volta. No: delicatamente ne versi un pochino, rimescoli un poco, ed è così che bisogna trattare la terra, nel raccoglimento, essendo ben presenti e consapevoli.>>

Così appresi che questa terra, da cui dipendiamo per il cibo, per la sopravvivenza, per il riposo, per l’opportunità di incontrare la bellezza, dev’essere trattata così come spereremmo di trattare gli altri e noi medesimi.
Quanto accade a questo campo in qualche modo accade anche a noi.”

Il GIARDINO DELL’EDEN di C.P.Estés

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